A scuola di volontariato

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Dalla curiosità alla preoccupazione. Dalla tristezza e dispiacere alla voglia di fare, alla gioia e soddisfazione di essere stati d’aiuto. Sono le emozioni e le sensazioni vissute dal gruppo giovani dell’unità pastorale Lanciano Centro guidati da don Angelo Giordano e da Martina Salerno e dal gruppo di Emmaus preadolescenti guidati da Marco Centurione nello svolgere un servizio di volontariato all’interno della Caritas diocesana. Una esperienza che li ha portati, come raccontano proprio loro, “a prendere coscienza del dolore delle famiglie quando a volte non hanno del cibo da portare in tavola, al loro numero che cresce, purtroppo, alle storie di violenza che si celano dietro le mura amiche di una casa”. Esperienza nata, come raccontano don Angelo e Martina, a catechismo, dalla lettura dei brani del Vangelo e in particolare del passo di Matteo in cui Gesù invita i discepoli “ad essere pescatori di uomini”. “Dalle riflessioni scaturite dal brano da parte dei ragazzi”, spiega Martina, “dalla conversione, dall’essere attenti al prossimo, è nata l’idea di essere davvero, in modo “concreto” di aiuto agli altri, di fare un servizio di volontariato. E visto che tra

l’altro ha sede proprio nel palazzo in cui facciamo catechismo, abbiamo pensato alla Caritas diocesana”.

Così Angelica, Andrea, Simone, Martina, Benedetta, Gloria, Luca, Sara si sono recati nella sede, curiosi e pronti a vivere questa esperienza, accolti dai responsabili Fernando e Carmen. “Appena entrati ci siamo dovuti rendere conto di dove eravamo”, dice Martina, “un posto dove non sidistribuiscono solo alimenti, ma ci sono storie di vita. Ci sono persone, volti segnati anche dalla violenza come ci ha raccontato Carmen, che ci hanno colpito”. Storie che ha rattristato, ma non abbattuto il gruppo. “Queste storie mi hanno portato a pensare alla solitudine, al disagio economico e affettivo che c’è”, aggiunge Simone mentre Andrea parla del tempo, “del fatto che l’aiuto non si limita ad un pacco, ma continua nel tempo”. I ragazzi hanno lavorato, preparato i pacchi prendendo il cibo nell’emporio solidale. “Abbiamo fatto la spesa”, dicono, “pacchi di pasta, scatolame, e tutto quello che ci indicavano i responsabili di inserire nelle buste”. Poi Angelica e Gloria hanno inserito i dati nel Pc, perché tutto va rendicontato. “E abbiamo pure compreso l’importanza delle raccolte di cibo che facciamo a scuola”, aggiunge Luca.  E infatti il cibo dell’emporio arriva dalle donazioni delle scuole con le campagne “Dona cibo”, da quelle libere, dal

banco alimentare, dalla Caritas stessa. “Nel preparare i pacchi, fare magazzino mi ha colpito il numero dellepersone aiutate”, riprende Simone, “e il fatto che aumentano”. “E che chiedono aiuto non solo economico, ma anche di altro genere”, prosegue Angelica. E tutti evidenziano come Fernando e Carmen e i volontari si facciano carico di storie difficili nell’ascolto che è la prima fase dell’aiuto, dell’accoglienza. “Il messaggio che volevano far arrivare, e che è arrivato, è l’attenzione che va prestata alle persone, alla cura vicendevole, a vivere le esperienze che, come questa, aiutano a crescere”, precisa don Angelo. “Tutti possiamo essere di auto”, chiudono i ragazzi, “perché ogni giorno in Caritas si fanno i conti con i bisogni delle persone e non è facile, ci sono storie difficili. Ma abbiamo capito che possiamo metterci in gioco, possiamo anche noi dare

veramente una mano e per questo siamo sicuri che torneremo”.

Teresa Di Rocco

Autore dell'articolo: Advisual